venerdì 12 settembre 2008

Michele riflette, solo parole le sue?



Non è un periodo a me favorevole, capita. Mi "rimetterò" ne sono sicuro. Ringrazio tutti per le mail inviate, per i consigli, le critiche, le offese e i complimenti. Tra le varie lettere che mi sono arrivate ce n'è una che pubblico con l'auspicio che possa aprire un dibattito. E' di Michele (c'è anche un cognome).

RIFLESSIONI
(di Michele)
Il politico deve essere lungimirante, ma ciò non significa che deve guardare solo avanti. Spesso la lungimiranza si attua guardando al passato, per non compiere gli stessi errori, ma anche e soprattutto, per portare con se quello che serve alle esigenze del presente.
Quanti ce ne sono che lo fanno?
Per quanto riguarda la nostra ridente o morente cittadina, a seconda del periodo, tutto ciò si verifica puntualmente. Guardando al futuro dello sviluppo turistico si vede come si sta mettendo in piedi il "turismo flessibile", ovvero cercare di adattare un intera città, alle esigenze del nuovo turismo, che valorizza la parte congressuale; facendo si che la città sia viva a periodi alterni. Almeno quello vecchio si adattava esclusivamente alle stagioni!! Tra l'altro questo tipo di turismo, non mi sembra nemmeno ben pianificato, creare un centro fieristico non significa creare una città congressuale. Ma tralasciando questo aspetto, quello che mi interessa di più è capire da chi sono state fatte le scelte. Non mi sembra sia stato coinvolto nessuno nelle decisioni. Un ristretto numero di persone può intraprendere decisioni di vitale importanza per una città, ritenendosi la parte eletta (non elettoralmete parlando...) l'avanguardia, che sa guardare al futuro dalla finestra principale. Il futuro da costruire appartiene ad un idea superata, il futuro non si costruisce guardando solo avanti. In realtà da quella finestra principale non vedono praticamente nulla. Ovviamente i cittadini non devono sapere niente, tanto non hanno questa veduta privilegiata e nemmeno l'intelligenza per immaginarla. Nella migliore delle ipotesi si informano a cose fatte. Il problema viene dopo, quando dal futuro visto e immaginato dagli esseri superiori, cominciano a mostrarsi le prime incongruenze, le scelte sbagliate; perchè la visione oligarchica e privilegiata non era poi così lungimirante. Qui si pone il dubbio sul cosa fare. Formalmente alcuni dovono essere ancora eletti dai cittadini; ed ecco che ognuno si lava dalle proprie responsabilità, addossandole ad altri in un balletto rituale, tipico italiano, senza fine.
Un altra via di scampo è quella tecnica, quando si richiedono giudizi e valutazioni da esperti, dovrebbero essere tali. Il problema è che spesso i tecnici, gli esperti, vengono usati e pagati profumatamente, per addossargli colpe di scelte intraprese realmente da altri ( il politico per intenderci), ma formalmente da loro. Molti si prestano al gioco perchè dal loro punto di vista è conveniente, anche se eticamente riprovevole. Ma si sa l'etica e la politica ormai abitano in case distinte e non comunicanti, con nessun mezzo. La politica oggi vorrebbe risorgere dalle proprie ceneri, ma ormai è troppo tardi, l'ultima chiamata era parecchi anni fa. Si è continuamente ricreata in un circolo ristretto e clientelare, e così facendo si è creata un solco, tra se stessa e chi dice di rappresentare.
E noi in questa città ne siamo la prova provata...